lunedì 30 settembre 2013


SPERIMENTARTE

Adoro gli esperimenti folli. Li faccio in continuazione.
Charles Darwin (naturalista)

Uno dei leit-motif fondamentali in un percorso di arteterapia è la sperimentazione.
Accostarsi a qualcosa di nuovo, di mai utilizzato e…provare!
Provare? Ma come? Eh, ma come si fa? E poi se sbaglio?


Io non sono capace. La frase che più ho ascoltato.

Il blocco, il terrore, il bianco, il vuoto.

Ma c’è l’arteterapeuta che sostiene.  


 



Si può imparare a tollerare quel vuoto, si può imparare a provare e sperimentare se vicino c’è qualcuno che sospende il giudizio, che accetta incondizionatamente ciò che emerge, se qualcuno ci sta vicino e condivide la nostra fatica. In questo modo si può trovare il proprio modo di sperimentare e dare forma. La propria forma, il proprio colore.

Il “PROPRIO”!!! 

Che bella espressione!
Non quello imposto, non quello di un altro: il PROPRIO.
Il proprio modo di fare le cose, il proprio tempo per giungere alle cose, il proprio modo di scoprire, di tenere il pennello, di mescolare i colori, di decidere quando e se cominciare il lavoro, di condividere, di sperimentare.
Che straordinaria cosa per un bambino di quattro anni giungere alla conclusione che il rosso e il giallo miscelati insieme danno come risultante l’arancione!

-- Roberta!!!!! Magia!!!! Guarda cos’è venuto!! Guarda cos’ho fatto!!!

Credete lo dimenticherà?
Credete sia la stessa cosa apprendere attraverso il:
 “Forza, adesso ripeti con me: giallo + rosso = arancione. Capito?”.
Sperimentare significa apprendere.
Per un bambino è nutrimento, è magia, è vita.
E apprendere attraverso la propria sperimentazione consente la sensazione di “ESSERE CAPACI”.
Sentirsi capaci è benzina per l’autostrada dell'autostima.
Per un adulto è anche aprire la mente insonnolita e incallita nell’abitudine.
Ricordare che non c’è soltanto un modo di fare le cose.
Che le cose possono essere viste da un’altra angolazione.
Che i problemi non hanno una sola soluzione, che non c’è soltanto una via da percorrere.
Che si possono inventare MODI NUOVI. Si, nuovi!
Nuovi? Ma…inventare modi nuovi non ha a che fare con la creatività?
Certo, ma di questo parleremo in una delle prossime puntate ;-).

(Nelle foto i miei bambini. Ognuno a suo modo)




venerdì 27 settembre 2013

Una vita a colori...

Capire il colore vuol dire addentrarsi nell'universo culturale che il colore spalanca. E' in quest' universo che l'emozione acquista senso e può essere letta. (...) Apparentemente legato alla materia, il colore nasce come puro dato fenomenico, come apparenza di cui la natura incolore si serve per dispiegare il suo fantasmagorico universo, nel quale vita e morte, lotta e riproduzione si intrecciano continuamente. Ed è grazie a questa sua particolare caratteristica che il colore si fa immagine e simbolo di tutto ciò che è psichico, consentendo di scorgere e rappresentare l'invisibile mondo dell'anima con le sue molteplici e cangianti emozioni. 

                                                                                          Aldo Carotenuto



L'ARTETERAPIA
di cosa si tratta


Roberta Tezza - Evoluzioni





L'ARTETERAPIA è un intervento di aiuto e sostegno alla persona a mediazione non verbale. Essa si avvale di tecniche e metodologie proprie dell’espressione artistica.


I materiali artistici insieme al processo artistico ed ideativo sostituiscono o integrano la comunicazione verbale nell’interazione tra operatore e utente (o paziente).


L’Arteterapia apre la possibilità di accostarsi al proprio mondo interiore e di esplorarlo prendendone coscienza gradualmente: percezioni, sentimenti, immaginazione.

Lo specialista arteterapeuta segue e sostiene l'utente/paziente nel corso del processo creativo. La sua guida e la relazione che si instaura sono le chiavi di volta del processo terapeutico, in quanto l’attenzione, l’accettazione incondizionata del prodotto creato ed il sostegno assicurati sono aspetti essenziali per indirizzare l’esperienza artistica aiutando l’individuo a porre attenzione sulla propria attività e sul prodotto di questa per scoprirvi significati.

I contesti applicativi di questa metodologia di intervento sono: la terapia, la riabilitazione, l’educazione, il miglioramento della qualità della vita.


Ognuno di noi può, attraverso la terapia d’arte e con le personali potenzialità, elaborare il proprio vissuto ed esprimerlo creativamente per giungere ad una maggiore coscienza e consapevolezza. Il fattore terapeutico risiede proprio nel processo creativo, nel gesto libero attraverso il quale la persona può dare forma al materiale interiore (conscio od inconscio) ad immagine di se stessa. In questo modo la persona impara a conoscersi, a comprendere le proprie emozioni e sensazioni, a rendersi conto di cosa può fare e di conseguenza può rafforzare il suo senso d’identità e accrescere la sua autostima.


La produzione del lavoro artistico porta ad ottenere una gratificazione narcisistica che consente di mitigare il timore del confronto con se stesso, permettendo così di consolidare la concezione di sé.


Il prodotto artistico acquisirà una dimensione valoriale perché ricco di contenuti emotivi e di valori propri dell’autore e non perché importante in senso estetico.


Tutto ciò mette in atto una mutazione generale ed è con queste modalità che la terapia d’arte può generare una trasformazione interna che potrà estendersi gradualmente agli altri ambiti del quotidiano e della vita.



Arte come terapia, cioè attività grafico-plastico-pittorica intesa come linguaggio e strumento di comunicazione nella relazione tra utente ed arteterapeuta. Ed è nell’ambito di tale relazione che questo strumento può concretizzare gli obiettivi legati al benessere o alla terapia:

  •  l’esperienza di uno spazio dove poter pensare al proprio “sentire”;

  •  la sperimentazione di nuove modalità che aumentino la sensazione di efficacia e conseguentemente di autostima;

  •  l’utilizzo del canale artistico come nuova ed efficace possibilità per affrontare conflittualità emotive;

  •  lo sviluppo di abilità di integrazione e relazione;

  •  la sperimentazione dell’affidabilità dell’altro, in uno spazio dove vige l’assenza di giudizio e dove trovare condivisione e riconoscimento.

APPROCCIO TEORICO DI RIFERIMENTO

L’orientamento teorico della mia formazione, Formazione Clinica in Arteterapia VITT3 di Milano, fa riferimento all'impostazione della storica scuola “Il Porto Adeg” di Torino, che ha svolto attività pionieristica in Italia in collaborazione con la New York University, grazie al ritorno in Europa di Edith Kramer chiamata da Raffaella Bortino agli inizi degli anni '80 all'interno del primo corso di formazione quadriennale.

La Formazione è dedicata a Friedl Dicker-Brandeis e Edith Kramer, figure pionieristiche dell'Arteterapia, da cui ha tratto la metodologia ampliandone e aggiornandone i contenuti. Pone, quindi, la centralità dell'arte, intesa non come virtuosismo, ma come passione e pratica costante dell'arteterapeuta, unita ad un processo terapeutico dinamicamente orientato, secondo un’impostazione aggiornata.

La Formazione Triennale in Arteterapia Clinica, in collaborazione con il Centro Milanese ISIPSé, Istituto di Specializzazione in Psicologia Psicoanalitica del Sé e Psicoanalisi Relazionale, introduce gli allievi ad un'area molteplice, ma specifica della psicoanalisi contemporanea. Si tratta di un'area aperta allo scambio con ambiti di ricerca di molteplici altri campi delle scienze umane (infant research, studi sull'attaccamento, scienze cognitive, neuroscienze), in grado di offrire allo studente la possibilità di accostarsi ad un’ impostazione psicoanalitica aggiornata.
(informazioni circa l'approccio teorico sono tratte dal sito www.arteterapia.info)




mercoledì 25 settembre 2013


ARTE COME SOLLIEVO, COME RICERCA DI SE', COME RISULTATO DELLA RELAZIONE COL MONDO ESTERNO, COME ESPRESSIONE DEL MONDO INTERNO, COME RIELABORAZIONE EMOZIONALE...
ARTE COME BENESSERE, COME TERAPIA.


“La mia arte è in realtà una confessione fatta spontaneamente,
un tentativo di chiarire a me stesso in che relazione sto con la vita.Fondamentale una specie di egoismo, ma non perdo la speranzache grazie ad essa riuscirò ad aiutare altri a vedere più chiaro”.


Edward Munch

                                     The sun - Edward Munch







"La pittura è una professione da cieco: uno non dipinge ciò che vede, ma ciò che sente, ciò che dice a se stesso riguardo a ciò che ha visto". 
 Pablo Picasso

Pablo Picasso Schizzo per Las Meninas 





"Non sono malata. Sono rotta. Ma sono felice, fintanto che potrò dipingere".
Frida Kahlo




Le due Fride - Frida Kahlo






"Più divento dissipato, malato, vaso rotto, più io divento artista, creatore... con quanta minor fatica si sarebbe potuto vivere la vita, invece di fare dell'arte".
Vincent Van Gogh


Notte stellata sul Rodano (1888, olio su tela, 72.5×92 cm, Musée d'Orsay, Parigi)

Notte stellata sul Rodano - Van Gogh






“Qualcuno almeno potrebbe riconoscere il merito di originalità e dare qualche compenso  alla povera donna che hanno spogliato del suo genio: no! Un manicomio! Nemmeno il diritto ad avere una casa…..È lo sfruttamento della donna, l’annientamento dell’artista cui si vuol far sudare anche il sangue”.

Camille Claudel




Camille Claudel, la valse Blot

Camille Claudel - La valse




"Il colore soprattutto, forse ancor più del disegno, è una liberazione".
Henri Matisse


Odalisca con le magnolie - Henri Matisse