L'arteterapia non è tanto "l'arte" dell'interpretazione, ma piuttosto "l'arte" dell'espressione dei contenuti emotivi e della loro osservazione e comprensione.
Portare questi contenuti fuori di sé, dare loro forma in uno spazio definito che accoglie e contiene, per poterli osservare.
Prendere un po' di distanza per cogliere aspetti, sentimenti, emozioni e vissuto nella loro globalità. Riavvicinarsi per approfondire ciò che serve. per meglio comprendere, e prenderne coscienza.
Poi ri-allontanarsi e vedere da un'altra angolazione, da un'altra prospettiva.
Guidati e sostenuti dall'arteterapeuta che è "occhio" esterno, che è altro punto di vista, appunto.
Cambiare materiale artistico, ruotare l'elaborato artistico, rielaborarlo, per rendersi conto che cambia l'approccio alla rappresentazione e alla relazione con l'oggetto rappresentato.
Osservare insieme per confrontarsi.
La percezione cambia.
Ecco che succede qualcosa: -- A questo non avevo pensato...-- oppure: -- Beh, stando così le cose...-- e: -- Sì, vista la situazione da questa prospettiva...--.
E' l'apertura. L'apertura alla riflessione, al ribaltamento della prospettiva.
La riconsiderazione degli eventi, la loro messa in discussione, la loro ricollocazione, l'attribuzione di senso, di significato.
Una nuova percezione. Un'emozione. Un nuovo pensiero.
A partire da qui può aver luogo una trasformazione.
Percepire un aspetto nuovo di sé stessi è il primo passo verso il cambiamento del concetto di sé.
Carl Rogers, Un modo di essere, 1980
...disporsi attivamente nei confronti della realtà esterna anziché subirne l'assedio, favorisce una condizione potenziale di trasformazione della personalità, implica un'apertura verso ciò che eccede i confini dell'ordinario, del prevedibile. Aldo Carotenuto, Il fondamento della personalità, 2000