martedì 23 dicembre 2014

Statemi bene.
Possiate avere un Natale di speranza e di serenità.
Non è facile di questi tempi, ma dobbiamo provarci.
Vi abbraccio.




martedì 25 novembre 2014

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne



Red Canna Artist Georgia O'Keeffe Year 1924 Medium Oil on canvas 

Quando si violentano, picchiano, storpiano, mutilano, bruciano, seppelliscono, terrorizzano le donne, si distrugge l’energia essenziale della vita su questo pianeta. Si forza quanto è nato per essere aperto, fiducioso, caloroso, creativo e vivo a essere piegato, sterile e domato. 

-- Eve Ensler, I Monologhi della vagina, 1996


Non posso aggiungere altre parole se non:
nessuna violenza ha mai potuto soffocare ed arrestare l'evoluzione e il cambiamento.

Restiamo unite e umane, e ispiriamoci a questo splendido pensiero di una grande artista:

"I've been absolutely terrified every moment of my life - and I've never let it keep me from doing a single thing I wanted to do."
(Sono stata terrorizzata ogni momento della mia vita, ma non ho mai lasciato che questo mi impedisse di fare anche una sola cosa di quelle che volevo fare).

-- Georgia O’Keeffe


#orangeurhood

lunedì 3 novembre 2014

IL CORAGGIO DELLA CREATIVITA'
Illustrazione di Dan Brown

Ci vuole coraggio ad essere creativi. 
Da adulti.

E' il coraggio di percorrere una strada nuova, forse impervia, ma nostra, che non sia stata già battuta da qualcun altro.

Il coraggio di tentare per prove ed errori creando e dando forma a qualcosa che risponde a noi stessi.
Il coraggio di accettare ciò che ne deriverà, pur se "imperfetto", insoddisfacente, non piacevole, ma perfettibile, perché frutto della nostra unicità, del nostro essere genuinamente noi stessi e non la sbiadita copia di qualcun altro.

Pensiamo ai grandi scienziati, pensatori, artisti, letterati, matematici, viaggiatori...
Hanno fatto tesoro del conosciuto per sondare lo sconosciuto.
Hanno tenuto conto dell'esperito per esperire il nuovo.
Hanno scelto soluzioni inconsuete rispetto a quelle in precedenza adottate da altri. Rischiando.
Mettendosi "in gioco" appunto.

I bambini sono eccellenti in questo. Osserviamoli giocare, disegnare, vivere.
Se consentiamo loro libertà, pur nella protezione, ecco che meravigliosamente li vediamo sperimentare, inventare, escogitare nuove ed impreviste soluzioni, giungere ad inattese scoperte per le quali proveranno entusiasmo e fierezza.
Imparano così a gestire le frustrazioni, inevitabili, del percorso di prove e tentativi, sperimentando infine una sensazione di efficacia e competenza.
E' nella loro natura. Nella natura dell'essere umano.

Ma quante volte noi adulti nutriamo e sosteniamo la loro creatività?

Oppure quante volte essa viene soffocata, tarpata, liquidata come incapacità di fare le cose nel "modo giusto", come insubordinazione verso l'adulto?
E questi bambini potranno crescere come adulti creativi?


Donald Winnicott, pediatra e psicoanalista britannico (Plymouth 1896 - Londra 1971), nel suo trattato "Gioco e realtà", pubblicato a New York nel 1971, sostiene:

"È la percezione creativa, più di ogni altra cosa, che fa sì che l’individuo abbia l’impressione che la vita valga la pena di essere vissuta.
In contrasto con ciò vi è un tipo di rapporto con la realtà esterna che è di compiacenza, per cui il mondo ed i suoi dettagli vengono riconosciuti solamente come qualcosa in cui ci si deve inserire o che richiede adattamento.
La compiacenza porta con sé un senso di futilità per l’individuo e si associa all’idea che niente sia importante e che la vita non valga la pena di essere vissuta. In maniera angosciante molte persone hanno avuto modo di sperimentare un vivere creativo in misura appena sufficiente per permettere loro di riconoscere che, per la maggior parte del tempo, vivono in modo non creativo, come imbrigliate nella creatività di qualcun altro o di una macchina".

(D. Winnicott, Gioco e Realtà, Ed. Armando 1974, Cap. quinto, La creatività e le sue origini, L'idea di creatività, pag.119)


E nel febbraio del 2006 Sir Ken Robinson, autore inglese, conferenziere e consigliere internazionale sull'educazione, per i governi e le istituzioni no-profit, nel corso del TED (Technology Entertainment Design) in cui espone un'argomentazione a favore della creazione di un sistema educativo che nutra la creatività (anziché metterla a repentaglio), dichiara:


"...i bambini si buttano. Se non sanno qualcosa, ci provano. Giusto? Non hanno paura di sbagliare. Ora, non voglio dire che sbagliare è uguale a essere creativi. Ciò che sappiamo è che se non sei preparato a sbagliare, non ti verrà mai in mente qualcosa di originale. Se non sei preparato a sbagliare. E quando diventano adulti la maggior parte di loro ha perso quella capacità. Sono diventati terrorizzati di sbagliare. E noi gestiamo le nostre aziende in quel modo, stigmatizziamo errori. E abbiamo sistemi nazionali d’istruzione dove gli errori sono la cosa più grave che puoi fare. E il risultato è che stiamo educando le persone escludendole dalla loro capacità creativa. Picasso una volta disse che tutti i bambini nascono artisti. Il problema è rimanerlo anche da adulti. Io sono convinto che non diventiamo creativi, ma che disimpariamo ad esserlo. O piuttosto, ci insegnano a non esserlo. Dunque perché è così?"


Ecco il video del suo intervento:




Pensiamoci.




lunedì 6 ottobre 2014

L'ARTE DELLE  MATITE


A cosa servono le matite? A disegnare, direte voi.
Una matita, mossa da una mano su di una superficie, lascia tracce, crea forme e figure.


Sì, nella consuetudine, ma la creatività non ha limiti.
In queste immagini assistiamo a qualcosa di diverso: le figure emergono dall'interno delle matite con l'aiuto di un paziente lavoro scultoreo che va togliendo e scavando minuziosamente il "di più".
Via la parte legnosa, via la grafite in eccesso, e ciò che necessita di emergere ecco che prende forma. Una micro-forma, più nitida che mai.


Come affermava Michelangelo Buonarroti: 
tu vedi un blocco, pensa all'immagine: l'immagine è dentro, basta solo spogliarla.

E gli artisti che praticano quest'arte in miniatura sono più d'uno.
Vedere per credere.










                                  



microsculture di Dalton Ghetti








                                      microsculture di Cerkahegyzo @ deviantART



autore sconosciuto





venerdì 19 settembre 2014

L'Arte terapeuta




"L'arte terapeuta non è diverso dagli altri professionisti della salute mentale (e aggiungo io della riabilitazione), eppure è diverso: tiene in mano dei fogli e dei pastelli colorati, gira nei corridoi degli ospedali con un carrello pieno di giornali illustrati, forbici e colla; offre a un anziano una palla di plastilina e dice di toccarla e di chiudere gli occhi...
Questa è un po' la sua bandiera: l'arte terapeuta ha bisogno dei materiali, come i medici hanno bisogno delle loro medicine, o gli artigiani dei loro strumenti.
Ma non bisogna fraintenderlo, l'arte terapeuta mira in alto. L'arte terapeuta usa i materiali come punto di partenza, ma il suo vero obiettivo è arrivare alla psiche del paziente: ai suoi ricordi, che possono essere così tristi; alle sue emozioni, che possono essere così intense; ai suoi vuoti, che possono essere così spaventosi.

L'arte terapeuta offre i materiali affinché il paziente riesca a guardare le sue stesse immagini, a riconoscersi e a sentirsi riconosciuto, e a entrare in contatto con se stesso.
L'arte terapeuta offre i materiali affinché il paziente possa raccontare la sua storia, e raccontarla ancora, e poi cambiarla".


--- tratto da: ARTE TERAPIA, una guida al lavoro simbolico per l'espressione e l'elaborazione del mondo interno, Cittadella Editrice, di Paola Caboara Luzzatto ---


Ho avuto il piacere di conoscere ed ascoltare la Dott.sa Caboara Luzzatto nel giugno del 2012, partecipando al convegno A.P.I.Ar.T. (Associazione Professionale Arte Terapeuti Italiani) tenutosi a Perugia.

Ho seguito un suo seminario e sono rimasta molto colpita dallo spessore dei contenuti esperienziali esposti e condivisi, espressi con la semplicità, fluidità e chiarezza tipiche delle persone di sostanza che non necessitano dei virtuosismi e delle sovrastrutture come stampelle per il loro ego.
La sua esposizione circa un percorso di arte terapia in seduta individuale aveva indubbiamente trasmesso sapere ed esperienza professionale, ma indiscutibilmente aveva fatto vibrare le corde emozionali dei presenti.


Per dieci anni arte terapeuta in psichiatria al St.Thomas Hospital di Londra, trasferita in seguito a New York ha organizzato e diretto, presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center, il Servizio di Arte Terapia per pazienti Oncologici, per il quale ha ricevuto il Premio 2004 della American Association of Art Therapy.


Periodicamente riprendo in mano il suo libro, così com'è mia abitudine con tutti i libri che ho letto e considero interessanti.
So che ogni volta il mio livello di comprensione ed assimilazione compie un piccolo passo in avanti e sono sempre grata per la ricchezza che riesco a scovare.



mercoledì 27 agosto 2014

Il giovane pittore.
Una storia cinese.

Un giovane che vuole diventare pittore si reca da un gran maestro. Questi gli chiede di dipingere un quadro e di portarglielo. Una volta che il quadro è terminato, il giovane lo porta al maestro, che gli domanda:
“Che te ne pare? La tua opera è riuscita?”
“Aspetto che sia lei a dirlo” risponde, insicuro.
“Ancora non ci siamo!”
Il giovane, tristissimo, torna nella sua stanza e comincia un altro quadro. Quando lo finisce, ritorna dal vecchio.
“Che te ne pare? La tua opera è riuscita?”
“Aspetto che sia lei a dirlo.”
“No, ancora non ci siamo!”
E così, per qualche anno, la stessa scena si ripete ogni volta.
Un giorno, finalmente, il giovane sente di aver dipinto un quadro di valore. Tutto contento, lo porta al maestro. Questi lo esamina attentamente e poi, come sempre, gli domanda:
“Che te ne pare? La tua opera è riuscita?”
“Questa volta sì, credo che sia riuscita, ma aspetto che sia lei a dirlo.”
“Devo pensarci, studiare il tuo quadro. Torna domani.”
Il giovane, euforico, va nel caffè dove si riuniscono gli altri allievi del maestro e commenta con loro la sua opera. Un ragazzo gli dice:
“Non so perché tu sia così soddisfatto, ho appena parlato con il vecchio e lui non ha fatto altro che demolire il tuo quadro. Dice che non ha il minimo valore.”
Il giovane pittore, furibondo, corre a casa del maestro. Non appena lo vede grida:
“Come può parlare così del mio quadro? È ingiusto! Sono sicuro che lei sa quant’è riuscito. È un’opera d’arte! Non le permetto di demolirlo! Non le permetto di parlar male di un quadro che amo!”
Il vecchio sorride e risponde:
“Adesso sì che ci siamo, finalmente!”
Tratto da La risposta è la domanda di Alejandro Jodorowsky


Che la ripresa delle vostre attività vi sia scorrevole, che possiate amare ciò che fate e ciò che sarà frutto dei vostri sforzi.
Buona fine estate.
                                                                 Roberta

lunedì 21 luglio 2014


Vi auguro Buone Vacanze. 
Siano occasione di tempo per voi stessi, di rallentamento dalla frenesia quotidiana, di silenzio, di quiete ritrovata, di svuotamento dal troppo pieno, di recupero di energie ed entusiasmi.

E perché no, magari di recupero della Creatività e della sua Espressione.

A presto,
Roberta        


mercoledì 16 luglio 2014


Le immagini parlano. E condizionano. Nel bene e nel male.

Vi è una relazione, ormai indiscussa, tra la fruizione di immagini o spettacoli violenti e crudi e i comportamenti aggressivi.
E' assodato che la sovraesposizione alla violenza diventi veicolo di abitudine ad essa e conseguente ispirazione a comportamenti violenti; seppure l'apprendimento imitativo di essa sia condizionato da numerosi altri fattori.
E' indubbia la banalizzazione del dolore, quando reso astratto ed artefatto dalla perpetua pubblicazione e fruizione di immagini cruente che, mentre indossa l'alibi dell'amor di giustizia e della promozione della pace, nutre il sentimentalismo più vacuo e la morbosità più becera.
Sono tempi di guerra, nel mondo.
Abbiamo cura che piccoli innocenti vengano sempre rispettati, perché sacri, ma quando assistiamo impotenti alle terribili ingiustizie e violenze facciamo in modo che abbiano rispetto almeno nel momento estremo della loro esistenza.
Questo possiamo farlo.
Possiamo denunciare, rispettando e rifiutando di cedere al morboso e al macabro.
E soprattutto evitando, per l'ennesima volta, che i bambini vengano strumentalizzati e violentati una volta di più.


R. T.
immagine tratta dal web - autore sconosciuto

mercoledì 9 luglio 2014


La Fiducia.

"Quasi a nessuno è stata risparmiata l'esperienza del tradimento. L'aria in cui viviamo è tanto inquinata dalla diffidenza che ne siamo quasi soffocati. Ma dove ci siamo aperti un varco nella cortina di diffidenza, lì ci è stato possibile fare l'esperienza di una disponibilità a fidarsi di cui finora neppure sospettavamo. Quando accordiamo la nostra fiducia, abbiamo imparato a mettere la nostra vita nelle mani degli altri; in contrasto con tutte le ambiguità di cui le nostre azioni e la nostra vita hanno dovuto ricoprirsi, abbiamo imparato a fidarci senza riserve. Sappiamo che si può vivere e lavorare solo con la fiducia siffatta, che non cessa mai di essere un rischio, ma un rischio accettato con serenità. Sappiamo che seminare e favorire la diffidenza è tra le azioni più riprovevoli, e che invece, dove appena è possibile, deve essere rafforzata e promossa la fiducia. La fiducia resterà per noi uno dei doni più grandi, più rari e più gioiosi della convivenza umana; tuttavia essa potrà nascere solo sullo sfondo oscuro di una necessaria diffidenza. Abbiamo imparato a non comprometterci minimamente con il primo venuto, e a metterci invece completamente nelle mani di chi è degno di fiducia".


Dietrich Bonhoeffer,  Resistenza e resa, 1942




fotografie tratte da acanadianexperience.wordpress.com - trapezisti del Cirque du Soleil
(cliccare sulle foto per ingrandire).

giovedì 26 giugno 2014

L'AMORE DI UNA MADRE PUO' SMUOVERE MONTAGNE




                "Nulla è completamente originale, tutto è influenzato da ciò che è stato prima".

"Uno dei miei detti preferiti è che la natura non disegna mai una linea senza sbavature. Dobbiamo considerare ogni bambino come un individuo“.

                                                 
     Lorna Wing (Gillingham 7 ottobre 1928 - 6 giugno 2014)




E' scomparsa recentemente la psichiatra britannica Lorna Wing. Ne hanno dato comunicazione il Telegraph e la National Autistic Society (NAS).
La Presidentessa della NAS, Jane Asher,  ha affermato: Il mondo dell'autismo ha perso una delle più grandi ed importanti figure.

La Dott.sa Wing effettuò ricerche in ambito autistico sin dagli anni '70 e a lei si deve il merito di aver coniato il termine Sindrome di Asperger, riprendendo gli studi ormai accantonati del pediatra austriaco Hans Asperger che evidenziò, descrisse e studiò nel 1943 una serie di caratteristiche comuni individuate in un gruppo di bambini.

Ma non soltanto. Andiamo con ordine.

La Storia
Nel 1956 Lorna Wing da alla luce sua figlia Susie, alla quale intorno all'età di tre/quatro anni viene diagnosticato l'autismo. Da questo momento l'interesse della Dott.sa Wing verterà su questo ambito di studio, fondando poi, nel '62, insieme ad un gruppo di genitori Londinesi, la National Society for Autistic Children (poi nominata National Autistic Society - NAS). 

Due anni più tardi collabora, come medico, presso il MRC Social Psychiatry Research Unit, alla formazione del Case Register di Camberwell. Il primo registro nel suo genere che, per ben vent'anni, raccolse dati su tutti i pazienti attraverso i servizi psichiatrici della zona.

La Ricerca
Leo Kanner
(Klekotow, 29 feb. 1896 – Sykesville, 3 aprile 1981
Nel 1977 con la collega Judith Gould, partner nella ricerca al Maudslay Hospital, Lorna Wing inizia a rielaborare i dati contenuti nel registro sopraccitato. In quel momento le diagnosi di autismo si fondavano essenzialmente su criteri piuttosto ristretti e stabiliti essenzialmente prima del secondo conflitto mondiale. I due ricercatori più importanti dell'ambito, negli anni quaranta, Leo Kanner e Hans Asperger avevano usato il termine "autismo" in maniera indipendente uno dall'altro.  

Hans Asperger (18 feb. 1906 - 21 ott. 1980)

Gli studi di Kanner enfatizzavano la "solitudine autistica" sottolineando l'assenza di desiderio di contatto sociale dei bambini osservati, il ritardo nell'acquisizione della parola e i suoi tratti bizzarri e non-comunicativi, il gioco caratterizzato da isolamento e ripetitività.

"Per Susie, l'autismo di Kanner calzava a pennello", aveva affermato Lorna Wing.

La Scoperta
Ma in seguito, suo marito John scoprì uno studio dell'allora poco conosciuto Asperger e lo tradusse per Lorna.
L'utilizzo del termine "autismo" di Hans Asperger era impiegato a descrivere bambini che, a differenza dei soggetti descritti da Kanner, mostravano competenze linguistiche elevate se specifiche su un argomento. Inoltre la bizzarria nel loro comportamento sociale e il loro frequente attaccamento ad un interesse particolare o a uno specifico argomento di conversazione aveva indotto Asperger a soprannominarli "piccoli professori".

Ma analizzando i dati del Camberwell Case Register, Lorna e Judith furono consapevoli che la diagnosi di autismo non poteva essere divisa in due campi distinti.

"L'idea di una divisione netta tra l'autismo di Kanner e gli altri era spazzatura" aveva affermato la Wing.

La Svolta
Wing e Gould pubblicarono i loro risultati nel 1979, affinando la diagnosi e dividendola i tre ulteriori sottogruppi: "Ripiegato su se stesso",  "Passivo", "Attivo ma bizzarro", descrivendo inoltre una triade di disabilità osservata in tutti i bambini autistici studiati.

Le loro scoperte ebbero un impatto notevole e progressivo sugli studi di altri ricercatori in merito ai disturbi pervasivi dello sviluppo.

Loren Wing pubblicò la prima relazione usando il termine "Sindrome di Asperger" (AS) nel 1981. Nei vent'anni seguenti si susseguirono più di 900 pubblicazioni sulla Sindrome e nel 1989 il Dott. Stephen Gillberg elaborò l'insieme dei primi criteri diagnostici.

A partire dalle ricerche della Wing le ricerche in merito all'autismo si espansero rapidamente e gli psichiatri iniziarono a parlare di "spettro autistico".

Nell'ultimo anno, la quinta edizione dell'American Psychiatric Association (DSM-V) ha lasciato cadere classificazione distinta per la Sindrome di Asperger riunendo i soggetti portatori nella più ampi acategoria di Disturbo dello Spettro Autistico (ASD).

Lorna Wing proseguì le sue ricerche e il suo testo "Lo spettro Autistico: una guida per genitori e professionisti" (del 1996 e riveduto nel 2012) è sempre considerato come il miglior testo introduttivo alla materia.

La sua Diagnostic Interview for Social and Communication Disorders resta una delle più dettagliate forme di valutazione clinica.

Nominata Officier of the British Empire nel 1994, Lorna Wing divenne Studente Onorario dell'University College London nel 2012.

Sua figlia morì nel 2005, all'età di 49 anni e Wing decise di donare il suo cervello alla scienza per approfondire le ricerche mediche nel campo.


FONTI:
http://www.telegraph.co.uk/newsl

http://www.autism.org.uk/news-and-events
http://www.corriere.it/salute/disabilita


lunedì 9 giugno 2014

NATURAlmente ARTE


Rendete visibile, quello che, senza di voi, non potrebbe essere visto.
                             -- Robert Bresson, Note sul cinematografo, 1975

E' la nostra difficoltà a vedere le cose in maniera diversa, originale, creativa, che ci fa pensare non ci sia più nulla di nuovo da dire o da scoprire.
                                          -- Vannuccio Barbaro, Scartafacci, 2012


Ora guardate, coi vostri occhi, col vostro personale ed unico modo di vedere e interpretare la realtà che vi circonda.

Cosa vedete?

(cliccare sull'immagine per ingrandire)

























Straordinarie queste opere, vero?

Potremmo intuirne le tecniche artistiche...





No, nulla di questo è opera dell'uomo, se non la sua rappresentazione fotografica. E se non la sua libera interpretazione.

Queste sono infatti immagini della superficie terrestre provenienti dall'archivio della Nasa e scattate dai satelliti del programma Landsat.
Le onde dell'Oceano Pacifico, la città di Denver, la congiunzione del Gange e del Brahmaputra, il Grande Deserto Salato...

Se volete approfondire e "scendere coi piedi per terra" potete cliccare QUI e QUI.
Se volete restare artisticamente sospesi...godetevi ancora un po' le immagini e fantasticate liberamente.


Come sosteneva Erich Fromm, la creatività richiede il coraggio di abbandonare le certezze.





mercoledì 21 maggio 2014


I MIEI "PICCOLETTI"


foto tratta dal web

-- Roby! Roby! Guarda cos'è successo!!! L'acqua rovesciata! Il colore!! Che pasticcio!! Aiuto!!
-- Calma, possiamo rimediare...vedi? Il tuo disegno è salvo!
-- Eh si, ma guarda che sporco dappertutto... :-(

-- Pazienza, possiamo pulire insieme, posso aiutarti se vuoi..un po' di carta assorbente...
-- Si, aiutami dai... Però...sai Roby, ho visto...tu la parola Pazienza la usi spesso.
    Secondo me è perché sei saggia!!! :-)

-- Non so se sono saggia,  so che la pazienza serve per ogni cosa.

(Piccoletto mio, se tu sapessi quante volte vorrei strillare e mandare il mondo a quel paese!!)
    
    Amo i miei piccoletti :-).



mercoledì 23 aprile 2014

Disegnare Matematica-Mente



"Sono ossessionato dai numeri, dalla geometria in particolare. Li sogno letteralmente. Non c'è un momento in cui io non li veda, in cui queste visioni possano spegnersi".

Sono le parole di Jason D. Padgett.
Teorico dei numeri e portatore della Sindrome da Savantismo Acquisito (o Acquired Savant Syndrome; dal francese "savant-sapiente"). Sindrome che prevede lo sviluppo all'estremo grado di un'abilità, ad esempio matematica, spaziale, mnemonica, a livelli "super-umani".
Acquisita, come in questo caso, o congenita in altri (per esempio in diagnosi di Asperger o di Autismo ad alto funzionamento).
Poco più che quarantenne, quest'uomo vede formule matematiche ovunque attorno a sé e le traduce in affascinanti e complessi schemi e intricati diagrammi che disegna a mano.
Veri e propri Frattali.
Il Sig. Padgett non ha una laurea in matematica e neppure conoscenze approfondite in tale ambito (è un venditore di futon), ma come si evince dalla sua sindrome ha acquisito il suo sapere in condizioni particolari.
Circa dieci anni or sono i suoi principali interessi erano il lavoro e il divertimento nel tempo libero. Rientrando una notte da un club karaoke a Tacoma, Washington, Jason Padgett venne aggredito e brutalmente percosso, soprattutto con calci alla testa, per essere rapinato. L'ultima cosa che vide fu un lampo di luce mentre perdeva conoscenza e pensava di rimanere ucciso.
Al suo risveglio e dopo essere stato curato per commozione cerebrale, egli è stato in grado di rappresentare graficamente il Pi, l'infinito matematico costante che inizia da 3,14 o Costante di Archimede.

Secondo la neuroscienziata Berit Brogaard (del  Center for Neurodynamics at the University of Missouri-St. Louis)- che ha eseguito una serie di tests su Padgett - i forti colpi al cranio subiti hanno "forzato" il cervello di Padgett ad attivare per compensazione alcune aree cerebrali che lo hanno trasformato in un "sapiente acquisito". Di fatto i test hanno evidenziato un danno all'emisfero cerebrale destro e una eccezionale attivazione del lobo parietale sinistro. 
La sua storia è ora pubblicata in un libro dal titolo Struck by Genius: How a Brain Ingiury Made Me a Mathematical Marvel, firmato dallo stesso protagonista e dalla scrittrice Maureen Ann Seaberg. Ovvero: Colpito dal Genio: come una lesione cerebrale mi ha reso un prodigio della matematica.

La sua storia rivela il meraviglioso potenziale del cervello umano.
I suoi disegni rivelano la stretta connessione con tali potenzialità.

Eccoli
:
(cliccare per ingrandire)



     
                                    
 
          

                                                                  



Ed ecco un video:



REFERENZE: